La moxibustione è una terapia olistica cinese e ha alla base la credenza che attraverso il calore è possibile stabilire l’equilibrio nell’individuo, portandolo a un nuovo stato di salute.
Conosciuta anche con il termine moxa, le origini di questo nome derivano da un’espressione giapponese Moe Kusa che significa l’erba che brucia. Lo strumento principale sono infatti dei bastoncini, come dei sigari realizzati con carta di gelso, con dentro alcune erbe officinali essiccate che bruciano. Il calore viene sfruttato sui punti energetici del corpo per trarne beneficio. Segue la stessa mappatura dell’agopuntura.
Come funziona la moxibustione
Nella moxibustione lo strumento più importante è lo speciale cono realizzato con carta di gelso e dentro una serie di piante officinali essiccate. La più importante è l’artemisia vulgaris, nota anche come assenzio cinese. Nella medicina tradizionale cinese è particolarmente apprezzata per le sue proprietà benefiche ad ampio raggio. Prendono infatti diversi campi. Dall’azione antidepressiva a quella antinfiammatoria verso l’intestino. Nel caso della moxibustione viene usata anche per la sua capacità di arrivare a 800°C quando bruciata.
Il cono pieno di erbe secche viene bruciato e messo nella vicinanza della zona da trattare (fino a un massimo di 6 punti a trattamento), così da riscaldare la parte. Il calore stimola le energie bloccate e promuove perciò la guarigione. Solitamente deve stare ad almeno tre centimetri della pelle e l’operatore sulle considerazioni che fa sul singolo caso decide se tenere il bastoncino fermo, muoverlo in modo circolare o lineari. Il secondo metodo previsto dalla moxibustione per portare calore al corpo è quello di realizzare palline di artemisia e farle bruciare sulla pelle, immobili.
La durata di questo trattamento è piuttosto breve, si parla di circa 10 minuti. Potete però sottoporvi al trattamento ogni 2 giorni per un massimo di 10 trattamenti consecutivi.
Benefici della moxibustione
Per comprendere i benefici della moxibustione dobbiamo prima di tutto accettare la credenza orientale che nel nostro corpo si muovo le energie all’interno dei canali. Energie opposte tra di loro e che tutti noi conosciamo come yin e yang. L’energia quando è libera e si muove fluida nutre ogni parte del nostro corpo ed ecco che siamo in salute, appagati e felici. Quando queste energie iniziano a bloccarsi in uno o più punti, ed è su questi punti che la moxibustione interviene, un po’ alla volta iniziano a presentarsi insicurezze, stati ansiosi, malattie croniche etc.
Basandoci su questo concetto tanto importante in oriente, con la moxibustione si vanno appunto a ristabilire i corretti ritmi energetici e di conseguenza le malattie iniziano pian piano a scomparire.
Come ben sapete però la moxibustione non è certo l’unica tecnica che può essere usata per ristabilire queste energie. Viene infatti scelta soprattutto quando vi sono disturbi che derivano dall’Umidità e dal Freddo. Ideale per le malattie croniche in poche parole. Funziona sulla bronchite, la cervicale, l’asma, i dolori articolari, l’insonnia, l’ansia, i problemi digestivi, gli stati depressivi e le infiammazioni dove vi è un ristagno linfatico.
Controindicazioni della moxibustione
La moxibustione ha alcune controindicazioni. Prima di tutto se non vi rivolgete a un esperto c’è l’elevato rischio di uscirne letteralmente scottati. Un esperto di moxibustione sa come usare i bastoncini e voi non percepite alcun fastidio.
Inoltre è sconsigliato in alcune circostanze. Per esempio non potete sottoporvi se siete allergici all’artemisia, se in quel periodo avete il ciclo mestruale, la febbre alta, ferite, abrasioni. Non può essere usata su bambini con un’età inferiore ai 7 anni, se soffrite di psoriasi, diabete e ipertensione.
Origini della moxibustione
La tecnica della moxibustione era completamente sconosciuta fino ad alcuni anni fa qui da noi in occidente. E’ però una pratica antichissima, si parla del II-I secolo a.C. Nel 2010 è stata dichiarata insieme all’agopuntura Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO.
L’erba usata in questa pratica è l’artemisia, cioè l’assenzio selvatico. Deve essere colta la notte del solestizio d’estate cioè il 20 o il 21 giugno in base all’anno in cui cade. Le foglie vengono seccate e poi triturate così da ottenere un impasto lanoso. Viene inserito in carta di gelso per realizzare gli appositi sigari oppure viene usata per creare palline e coni.
Differenze tra moxibustione cinese e giapponese
La moxibustione è nata in Cina ma è molto famosa quella tramandata dal Giappone, dove in passato è stata importata subendo modifiche e influenze.
Molte cose sono rimaste intatte. Come i concetti dei meridiani energetici e l’applicazione del calore. C’è però una differenza su come il calore viene applicato. In Giappone il punto energetico viene trattato in modo molto preciso grazie ai coni di artemisia che hanno la grandezza di un chicco di riso. Grazie alle competenze dell’operatore la pelle non si brucia ma il beneficio è molto più diretto. Quando il trattamento è particolarmente lungo, occorre mettere un disco sottile di patata o zenzero per non ledere in alcun modo la cute.
La moxibustione cinese invece usa i sigari di artemisia ma non entra in contatto con la cute. Il lavoro è meno preciso e il suo scopo è intervenire soprattutto a livello fisico più che energetico.
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